venerdì 19 maggio 2017

Dalla "chiarezza a Palazzo Grazioli" a "è un attentato alla democrazia"

Ritengo che ogni cittadino onesto, qualsiasi sia il suo colore politico, dovrebbe pretendere dai propri rappresentanti una sola cosa: coerenza. E invece sembra che la coerenza sia in via di estinzione in quanto tutti i politici, nessuno escluso, non sembrano essere dotati di questa "importante" peculiarità. Ecco allora che il modo di pensare e di agire di un politico, soprattutto dopo la famigerata caduta delle ideologie, dipende esclusivamente dal fatto di stare o meno nella maggioranza di governo. Chi sta all'opposizione agisce in un modo che poi cambia radicalmente nel momento in cui va al governo. Non avviene sempre in alcuni casi la coerenza è mantenuta come per esempio avviene nel caso delle intercettazioni telefoniche.
"Le intercettazioni ristabiliscono il confine tra realtà dei fatti e pietose bugie. Invece di attaccare la stampa che fa il suo mestiere, a Palazzo Grazioli dovrebbero fare chiarezza di fronte al paese".
"La pubblicazione delle intercettazione fra Matteo Renzi ed il babbo pubblicate dal Fatto rappresentano un attacco alla democrazia"
Sono due dichiarazioni la prima a favore della stampa che pubblica le intercettazioni, la seconda che invece attacca la stampa che pubblica certe intercettazioni accusandola di attaccare la democrazia, che sembrano uscire dalla bocca di rappresentanti di partiti diversi e opposti. In realtà sono state rilasciate da rappresentanti dello stesso partito che evidentemente hanno cambiato radicalmente parere sulle intercettazioni. Il partito è naturalmente il PD mentre le dichiarazioni sono state rilasciate in occasione delle intercettazioni fra Berlusconi e la D'Addario la prima, e di quelle fra Matteo Renzi ed il padre la seconda. Insomma il Partito Democratico ha cambiato radicalmente parere sulle intercettazioni telefoniche ora che le stesse sono utilizzate per mettere in luce i traffici del papà di Matteo Renzi e le bugie del figlio. Nel caso di Berlusconi si trattava di fare chiarezza fra realtà e bugie (quelle di B.), nel caso di Renzi si tratta di attacco alla democrazia. In entrambi casi poi si tratta di episodi con nessuna rilevanza penale ma che naturalmente mettono in evidenza l'inclinazione alla falsità ed alle bugie dei due ex presidenti del consiglio. C'è da dire che nel caso in questione Forza Italia ha mostrato e mostra una coerenza ferrea, forse per essersi trovata per prima ad affrontare la questione nel caso del suo leader Silvio, così come per Berlsuconi anche per Renzi condanna la pubblicazione di queste conversazioni proprio per non avere rilevanza penale. Come se per un politico esistesse solo la rilevanza penale e non anche l'opportunità politica delle sue azioni. Naturalmente sarebbe difficile superare il Partito Democratico Renziano in materia di incoerenza dato che il suo stesso segretario ha costruito la propria carriera politica su questa materia dal "mai al governo senza passare per le elezioni" al "la legge elettorale che tutto il mondo ci copierà" passando per l'ormai famoso "Letta stai sereno".  

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