lunedì 27 febbraio 2017

Tutti bravi quando non governano o sono fuori dal parlamento


Una caratteristica, che accomuna tutti i politici italiani di qualsiasi schieramento e colore, è quella di avere pronte le ricette per risolvere qualsiasi problema del paese quando si trovano o fuori dal parlamento oppure non governano. Quando poi si trovano a ricoprire incarichi istituzionali di qualsiasi livello e importanza, magicamente quelle ricette sono impriovvisamente dimenticate per tornare fuori nel momento in cui non possono più metterle in pratica. Sono tanti gli esempi che si possono portare a dimostrazione di questa tesi a partire per esempio dalle ricette della Lega Nord per contrastare l'immigrazione, ricette mai messe in pratica durante i tre governi ai quali hanno partecipato con Berlusconi. Ma per venire ad episodi di questi ultimi giorni come non citare l'intervista di Matteo Renzi da Fazio di ieri sera. L'ex presidente del consiglio ha lanciato il suo progetto per dare sostegno a quelle persone che per qualsiasi motivo soccombono per gli effetti della crisi economica: non reddito di cittadinanza come proprongono i grillini ma bensì lavoro di cittadinanza. Una proposta interessante peccato che venga dalla bocca di colui che è stato, fino a soli due mesi fa, presidente del consiglio di un governo che ha varato la peggiore riforma del lavoro che si ricordi nella storia della repubblica. Colui che ha cancellato qualsiasi sistema di protezione per i lavoratori causando un'impennata dei licenziamenti di oltre il 30% in un anno e colui che ha incentivato il lavoro precario incentivando il sistema di voucher. Ecco ora che Matteo Renzi fuori dal governo, e fuori dal parlamento dove non è mai stato, è stato colpito da un'illuminazione divina che gli ha fatto intravedere come risolvere la disoccupazione in Italia: lavoro per tutti. Peccato che non sia una trovata originale considerato che sarebbe la stessa costituzione a sancire che il lavoro dovrebbe essere un diritto per tutti e non un optional. Ma il giovanotto di Rignano era troppo impegnato a dare al paese la più bella legge elettorale del mondo e la riforma costituzionale panacea per tutti i mali dell'Italia, due riforme bocciate dalla corte costituzionale e dal voto popolare. Altro fatto di questi giorni e che dimostra l'incapacità della politica di affrontare i problemi quando dovrebbe è quello che riguarda il Dj Fabo costretto a migrare in Svizzera per porre fine alla sua esistenza dopo quel terribile incidente che lo ha reso ceco e immobile in un letto. Ho sentito oggi un parlamentare del Pd affermare che non era in grado di esprimere un parere perché non si era fatta un'idea precisa della questione. C'è ancora chi deve farsi un'idea dopo quanto accaduto nel 2009 quando il padre di Eluana Englaro riuscì a portare a compimento le volontà della figlia che erano quelle di morire qualora si fosse ritrovata a sopravvivere in uno stato vegetativo. La povera Eluana ha vissuto per 17 anni in quello stato prima che intervenisse la magistratura per dare seguito ai suoi voleri ed in parlamento, che tentò in ogni modo di bloccare l'esecuzione di quella sentenza, se ne sentirono di tutti i colori ma senza giungere a nessun provvedimento reale per affrontare il problema. Sono trascorsi 7 anni ed oggi ci ritroviamo con la solita questione naturalmente irrisolta ed il povero Fabo è dovuto emigrare in Svizzera naturalmente senza l'aiuto da parte alcuna istituzione. E dopo 7 anni c'è ancora chi sta in parlamento e non ha idea di che cosa fare. Questa è l'Italia, questo è il paese dove chiunque ha la ricetta giusta per risolvere i problemi reali, ma una ricetta scritta con uno strano inchiostro simpatico: svanisce immediatamente appena l'autore della ricetta potrebbe realizzarla e torna visibile quando lo stesso autore na ha più l'opportunità di portarla a termine.
 

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