mercoledì 26 ottobre 2016

Il razzismo di Goro è sulla coscienza di tutti






Quando gli abitanti di un paese fanno le barricate per non dare accoglienza a una ventina di persone, 12 donne alcune incinte ed 8 bambini, provenienti da esperienze terribili,  e un politico si permette di parlare di INVASIONE, non basta puntare l'indice contro quegli esagitati e contro chi li istiga al razzismo: è troppo semplice. Ed i diti non sono stati nemmeno tanti e quei pochi tutti molto tiepidi. L'episodio di Goro ha radici lontane e ciò che è accaduto ieri è solo il risultato di un percorso folle della nostra società e della nostra politica. Una politica che ha consentito la nascita di un partito come la Lega che ha contribuito fin dai suoi primi vagiti a istigare i cittadini contro il diverso fomentando razzismo, sessimo, xenofobia e chi più ne ha più ne metta. Una politica che non ha capito il fenomeno che stava montando quello della immigrazione causata dalla povertà dei paesi sfruttati dall'occidente e successivamente dalle guerre che l'occidente ha scatenato in nome della democrazia e della libertà. Nessuna formazione politica dal centro alla sinistra più estrema (inutile parlare della destra i cui valori fondanti sono appunto rezzismo e xenofobia) hanno saputo gestire il fenomeno che stava montando tutti presi a non andare oltre il proprio naso quello del voto e del consenso immediato. Si sono preoccupati di controbattere la Lega sul proprio terreno e ne sono usciti perdenti. Ed oggi siamo ad un paese in rivolta per contrastare "l'INVASIONE" da parte di un ESERCITO formato da 12 donne sfinite e terrorizzate con i loro SOLDATI, 8 bambini, affamati e bisognosi di cure. Ed il politico in questione etichetta i paesani di Goro come nuovi partigiani che fanno resistenza contro le truppe inviate da Renzi e definisce poi li stessi come eroi. Questa è l'Italia ... e non puntiamo il dito solo su Goro ma guardiamo anche da dove proviene il dito.