martedì 27 settembre 2016

Altro che riforme ... si ritorna al via in un eterno gioco dell'oca






Ogni giorno la dimostrazione che il problema del nostro paese non è la mancanza delle riforme ma una classe politica inetta, inconcludente ed auteroferenziale è sotto gli occhi di tutti. Le riforme in Italia ci sono state in questi anni, sia della costituzione che di altre normative essenziali per la vita del paese, ma tutte più o meno sbagliate e che non sono mai andate alla radice vera dei problemi che in qualche modo sono di intralcio allo sviluppo del paese stesso. Ogni maggioranza che si presenta al governo ha la sua ricetta, unica giusta ma purtroppo non condivisibile e così il paese arranca. Ora mentre da ieri è iniziato il cammino di avvicinamento al prossimo referendum per una ennesima riforma costituzionale che probabilmente non risolverà niente o poco e che abbasserà il livello della democrazia della nostra repubblica, il presidente del consiglio rilancia proprio in queste ore un progetto folle con la rispolverata promessa di posti di lavoro: il ponte sullo stretto di Messina. Un progetto che è già costato circa 600 milioni senza aver partorito alcunché nemmeno un progetto esecutivo realizzabile e condiviso, ma che anche per questo governo, che si spaccia di centro sinistra, la "futura" realizzazione di questo fantomatico ponte sarà la mano santa per risollevare il paese e creare ben 100.000 posti di lavoro. Il ponte che deve essere costruito ha già dato da mangiare a mafia e 'ndrangheta che per ora ne sono state le sole beneficiarie, ma ora che viene rispolverato chissà se anche la camorra napoletana ne possa mai trarre vantaggio. Insomma si torna al punto di partenza dell'ultimo governo berlusconiano e contro questa inefficienza politica e governativa poco possono fare le riforme, qualunque esse siano. Questo è il vero e reale problema dell'Italia, un problema generalizzato che vede l'inadeguatezza della classe politica come una specie di punta di iceberg di uno scadimento generale in qualsiasi campo e/o settore della vita sociale e culturale. Certo le eccellenze ci sono ma sono sommerse dalla mediocrità e dalla furbizia di una maggioranza che non vede oltre il proprio naso anzi che non arriva nemmeno alla punta del proprio naso. Altro che eliminazione del bicameralismo perfetto, qui nemmeno un tricameralismo sarebbe sufficiente per dare all'Italia la parvenza di una paese normale.

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